Le sue manifestazioni cliniche sono probabilmente superiori ai 50 casi ogni 100.000 abitanti che emergono agli onori di una visita medica.
Si manifesta con un vario corredo sintomatologico fatto da segni e sintomi che sembrano appartenere anche ad altri organi e ad altre patologie. Tuttavia tra essi si riscontrano più frequentemente i dolori addominali, la distensione addominale, la nausea, il vomito e la diarrea, la febbricola, le perdite ematiche (ematochezia), il tenesmo (urgenza di defecazione).
La colite ischemica è determinata da una grave insufficienza di circolo dei vasi colici che genera una alterazione infiammatoria più o meno grave della mucosa colica fino ad una sua degenerazione.
La diagnosi parte sempre dal sospetto che i sintomi riferiti dal soggetto anziano, possano essere dovuti ad una colite ischemica. La diagnosi differenziale deve essere fatta con le coliti infettive ( Clostridum difficilis), con il colon irritabile, la diverticolite, la colite pseudo-membranosa, il cancro del colon.
In alcuni casi la diagnosi differenziale può risultare impossibile.
In genere per l’85% dei casi, che rappresentano le forme meno gravi, è una malattia “ non occlusiva”, cioè non determinata da una occlusione completa trombotica od embolica dell’asse vascolare venoso o arterioso. Piuttosto è da considerarsi come una sofferenza vascolare incostante che determina una deviazione del sangue dalla mucosa.
La manifestazione clinica dipende dal grado di compromissione della rete vascolare che l’ha determinata e dalla rapidità con cui essa si sviluppa. Sicuramente la sua insorgenza si acuisce quando alle alterazioni degenerative dei vasi periferici, si sommano delle insufficienze cardiache importanti.
Il segmento colico più esposto è il tratto del colon sinistro per l’assenza di circoli sostitutivi. Il tratto colico meno esposto risulta invece essere il retto per la presenza di circoli vicarianti collaterali che facilmente aggirano l’ occlusione vascolare periferica locale.
Nonostante i progressi della diagnostica strumentale, il grado di morbilità e l’incidenza della mortalità di questa malattia è sempre molto alta, a causa delle difficoltà di interpretazione dei segni e dei sintomi della malattia che inevitabilmente portano sia ad una errata diagnosi od anche ad un ritardo diagnostico delle forme gravi.
La colite ischemica è soggetta ai seguenti fattori di rischio:
- Anatomici: alterazione dei normali percorsi vascolari anatomici quali quelli che si instaurano in seguito ad interventi di chirurgia vascolare maggiore (by pass Aorto-bisiliaci, crossing over vascolari), anomalia vascolari fisiologiche degenerate.
- Fisiologici: stipsi, colon spastico, colon irritabile, stress fisici.
- Patologici: malattia arteriosclerotica, insufficienza cardiocircolatoria, diabete mellito scompensato, insufficienza renale cronica, coaugulopatie, collagenopatie, stati di shock, malattie autoimmunitarie ed immunitarie.
- Farmacologici. Fattori farmaco indotti: digitale, FANS, diuretici, vasopressina, immunosoppressori, farmaci psicotropici, estrogeni, eroina, cocaina e loro derivati metabolici, alosetrone (antagonista serotoninergico 5HT3)
Forma Acuta
Nella sua forma acuta fulminante, la colite ischemica, si manifesta con un dolore lancinante riferito soprattutto ai quadranti inferiori dell’addome e perdita ematica dal retto, l’ematochezia. Tali sintomi aspecifici possono complicarsi con uno stato di shock.
In tale circostanza sono interessati i segmenti colici con minore vascolarizzazione in assenza di circoli vascolari anastomotici che sono:
- la zona della flessura colica sinistra
- colon discendente
- il sigma
ma qualunque distretto colico può essere colpito.
La colite ischemica può manifestarsi nelle prime ore successive ad interventi maggiori quale quello di aneurismectomia dell’aorta addominale, a causa della legatura dell’arteria mesenterica inferiore.
I quadri più complicati sono caratterizzati da atonia del colon con una progressiva dilatazione dell’organo che appare evidente anche all’indagine radiografica, ove è possibile scorgere un quadro iconografico caratteristico chiamato “ad impronta del pollice” che consiste in una tipica digitazione del contorno del colon, dovuto all’edema della mucosa intestinale. Il peggioramento clinico può presentarsi per una peritonite da perforazione o da migrazione batterica transparietale.
La colonscopia può identificare l’alterazione ulcerativa, l’edema e l’emorragia sottomucosa come pure le aree discromiche della mucosa che indicano i segni di una sofferenza vasculo-mucosa dell’organo. La diagnosi deve escludere patologie quali la colite ulcerosa ed il morbo di Crohn o lo stesso cancro del colon.
L’arteriografia non è un indagine utile per la scarsa possibilità di trattamento delle lesioni occlusive.
Forma sub-acuta o cronica
E’ la forma clinica più frequente, anche il dolore ed il sanguinamento sono meno importanti e caratteristici. La forma sub-acuta ha una sintomatologia attenuata, ma può protrarsi a lungo ed indefinitamente con carattere di cronicità. Questa situazione può degenerare fino alla sofferenza d’organo ischemica parcellare o estesa con esiti di stenosi dell’organo capaci di determinare occlusioni intestinali transitorie o acute, meritevoli di trattamento chirurgico. Ogni distretto colico può essere interessato, soprattutto se sono pervi i distretti vascolari collaterali. La manifestazione clinica ha quindi una manifestazione periodica e ripetitiva per l’instaurarsi di una ciclica situazione di ischemia e rivascolarizzazione.
La durata dei sintomi sfumati può però essere più lunga: da qualche giorno a qualche settimana.
Diagnosi
La prima indagine strumentale è la colonscopia, con la quale è possibile uno studio diretto della mucosa del colon, e della pervietà del viscere in ogni suo distretto a pressioni non superiori a 30 mmHg, con Co2,. L’utilizzo della Co2 più riassorbibile rispetto all’aria, può garantire una maggiore vasodilatazione della mucosa esponendo ad una minore sofferenza la mucosa stessa. Nelle forme sub-acute l’Rx diretto può evidenziare le caratteristiche immagini ad “acciottolato”, indice di sofferenza ed edema della mucosa. I segni radiografici delle digitazioni sono più tardive e difficili da identificarsi. Il clisma opaco non è indicato poiché aumenta il rischio perforativo. La TC evidenzia solo un ispessimento non caratteristico della parete intestinale o dei mesi, mentre l’angiografia non è un esame utile.
Trattamento
La diagnosi di colite ischemica è difficile . Non sempre si riesce ad interpretare bene i segni i sintomi ed a correlarli con un impiego proficuo delle indagini strumentali a disposizione. In ogni caso il trattamento immediato, al sospetto clinico, prevede innanzitutto un riequilibrio emodinamico del paziente con eventuale iniziale sospensione dell’alimentazione per via orale, una profilassi antitrombotica ed antibiotica ad ampio spettro, fino alla remissione dei sintomi. Sono da proscriversi in ogni caso terapie a base di cortisonici per il rischio di lesioni perforative dei visceri sofferenti.
Una volta stabilizzatisi i sintomi, si può procedere con uno studio endoscopico e radiologico che potranno valutare la progressione della malattia ischemica.
L’orientamento chirurgico si assumerà innanzitutto nei casi in cui, da subito, il paziente appare compromesso oppure nel caso si assista ad un progressivo peggioramento dei sintomi e dei segni addominali, aggravati dalla diarrea e o dalla ematochezia. Per le forme gravi e laddove sia evidente un peritonismo, l’esplorazione chirurgica, può chiarire la diagnosi e indurre una resezione segmentaria del colon ischemico.
Il tasso di mortalità e di complicanze con esito infausto in ogni caso è elevatissimo.
Non è mai tuttavia percorribile la strada chirurgica, anche nell’urgenza, quando ci si trovi dinnanzi ad una compromissione emodinamica importante del paziente.